DISFUNZIONE ERETTILE

La disfunzione erettile è stata definita dal National Institute of Health (NIH) come l’incapacità di raggiungere e/o mantenere un’erezione di grado sufficiente a consentire un rapporto sessuale soddisfacente. Colpisce milioni di uomini nel mondo e, pur non modificando la spettanza di vita, può avere un’influenza negativa sul benessere e sulla qualità della vita del soggetto che ne è affetto. È un problema piu’ diffuso di quello che si crede. Se ne descrivono soprattutto due tipi: psicogena e organica.

Fra gli uomini al di sotto dei 35 anni la causa psicogena è piu’ comune, negli ultracinquantenni, al contrario, è la causa organica a prevalere (per es. progressiva chiusura delle arterie del pene da placche di aterosclerosi spesso in paziente fumatore).

Le patologie che possono determinare la DE sono numerose pertanto la DE deve essere considerata un sintomo di patologia d’organo, sistemica o relazionale che richiede una valutazione clinico-diagnostica accurata. La DE può rappresentare la prima manifestazione clinica di importanti patologie sistemiche ed è considerata un possibile marcatore di patologie aterosclerotiche, metaboliche e neurologiche clinicamente misconosciute.

Livelli glicemici a digiuno superiori alla norma

Patogenesi vascolare anche in assenza di alcuna sintomatologia cardiovascolare, dove il test da sforzo rileva la comparsa di alterazioni elettrocardiografiche nel 15,7% dei casi mentre nei soggetti che, all’esame eco-color-Doppler delle arterie cavernose presentano un picco di flusso sistolico inferiore a 35 cm/s, è rilevabile una cardiopatia ischemica nel 41,9% dei casi. Infine si è rilevato un incremento dei livelli plasmatici di colesterolo nel 60% dei pazienti affetti da disfunzione erettile.

Ancora:

le malattie sistemiche croniche (insufficienza renale cronica, insufficienza epatica, ecc.),

le neuropatie (accidenti cerebrovascolari, sclerosi multipla, ecc.),

le malattie psichiatriche (sindrome ansiosa, sindrome depressiva, ecc.),

le disendocrinopatie (ipogonadismi, iperprolattinemia, ecc.),

le malattie iatrogene (trattamenti farmacologici, interventi chirurgici, ecc.),

le abitudini voluttuarie (alcolismo, tabagismo, ecc.).

Queste patologie determinano un quadro di DE alterando la vascolarizzazione intrapeniena, modificando la funzionalità neurologica, l’assetto ormonale e la microstruttura dei corpi cavernosi e della tonaca albuginea.

La commercializzazione di farmaci per il trattamento della disfunzione erettile come gli inibitori delle 5-fosfodiesterasi può indurre alla terapia di questo sintomo senza eseguire un corretto approccio clinico al problema. L’indicazione e l’efficacia del trattamento devono tener conto anche del livello di testosterone circolante del soggetto trattato. La somministrazione di questi farmaci può essere utile per il trattamento di un numero rilevante di pazienti.

Non diagnosticare patologie concomitanti potenzialmente correggibili e la possibilità di eventuali effetti collaterali secondari all’assunzione di tali farmaci, sottolinea l’importanza di un corretto approccio diagnostico alla DE.

Inoltre, i farmaci per la cura della DE per la loro efficacia e maneggevolezza comportano il rischio di abituare ad una sessualità non naturale e quindi imporre un modello di eros non reale e perciò pericoloso. L’uso di un farmaco che modifica la qualità della vita sessuale può migliorare la sessualità, ma può anche condizionare profondamente, creando una dipendenza, e quindi una malattia soprattutto quando alla base della DE esisteva solo una difficoltà relazionale

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