PRIAPISMO

Stato di erezione peniena prolungato e doloroso, spesso della durata di diverse ore. Può comparire in pazienti sottoposti a programmi di erezione indotta da farmaci. E’ indicata una terapia d’urgenza poiché, se protratto nel tempo, il priaprismo può sfociare in una massiva fibrosi dei corpi cavernosi, che sono la parte erettile del pene e relativa disfunzione erettile.

I meccanismi del priapismo sono poco conosciuti, ma probabilmente coinvolgono un insieme di anormalità vascolari e neurologiche.

Come causa più frequente viene indicata la trombosi vascolare pelvica. Il priapismo può essere secondario a una prolungata attività sessuale; a leucemia, ad anemia drepanocitica o ad altre discrasie ematologiche; a ematoma o neoplasia pelvica; a malattie cerebrospinali (p. es., sifilide o neoplasia); a infezione e infiammazione genitale (p. es., prostatite, uretrite o cistite), specialmente se complicate da calcoli vescicali. Diversi farmaci possono provocare priapismo (p. es., trazodone; clorpromazina; metaqualone; prazosina; tolmatamide; alcuni antiipertensivi, anticoagulanti e i corticosteroidi).

Un’altra causa può essere la terapia iniettiva per disfunzioni dell’erezione. I corpi cavernosi raramente sono del tutto trombizzati e, solitamente, contengono soltanto sangue venoso scuro, denso come l’olio per motori. Non sono invece interessati il corpo spongioso e il glande del pene.

Prognosi e terapia

La prognosi per il recupero della funzione sessuale non è favorevole, a meno che il trattamento non sia pronto ed efficace.

Il trattamento, generalmente, è difficoltoso e qualche volta privo di successo. Gli estrogeni sono inefficaci. Alcuni casi (specialmente quelli dovuti alla terapia della disfunzione erettile) rispondono a farmaci vasoattivi somministrati direttamente nei corpi. Il priapismo neurologico può essere alleviato con l’anestesia caudale o spinale continua. I corpi cavernosi possono essere decompressi tramite l’introduzione di aghi di grosso calibro (12 o 16 gauce) con svuotamento e irrigazione, anche se di solito la tumescenza recidiva. La creazione di una fistola tra il glande e il corpo cavernoso con un ago da biopsia ha dato buoni risultati. La derivazione semipermanente tramite uno shunt con la vena safena da uno o entrambi i corpi cavernosi o uno shunt cavernoso-spongioso può dare una detumescenza per un lasso di tempo tale da permettere di ristabilire una circolazione pelvica normale. Si devono trattare le cause sottostanti, come la terapia medica per la malattia drepanocitica, che possono essere efficaci nel risolvere il priapismo.