EREZIONE

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Processo fisiologico che, a seguito dell’interazione fra reazioni psicologiche, neurologiche, vascolari ed ormonali, provoca l’inturgidimento e l’aumento di dimensioni del pene, del clitoride o del capezzolo. 

Erezione  del pene

E’ un turgore con indurimento ed elevazione dell’organo sessuale maschile: il fenomeno dell’erezione consiste nell’aumento di apporto di sangue arterioso ai corpi cavernosi del pene che – per effetto della guaina fibrosa che li avvolge – tendono progressivamente a inturgidirsi comprimendo le vene e riducendo così il deflusso di sangue, causando quindi l’indurimento e l’elevazione del pene. L’erezione a seconda della portata del flusso sanguigno che affluisce nel pene può essere totale o parziale (in quest’ultimo caso non si parla di erezione vera e propria).

L’erezione è inoltre soggetta a patologie che ne condizionano la durata e la qualità. Tra di esse si ricordano il priapismo, ovvero un’erezione prolungata, persistente e dolorosa non connessa ad eccitazione o desiderio sessuale, e le patologie note con il termine di disfunzione erettile che determinano la mancanza, o la riduzione di durata o intensità dell’erezione; le cause possono essere sia di natura fisica che di natura psicologica. In entrambi i casi la medicina ha raggiunto notevoli traguardi e la disfunzione erettile è spesso risolvibile.

Fisiologia dell’erezione del pene

 

Pene in stato eretto e flaccido

Il sistema nervoso parasimpatico determina il rilasciamento della muscolatura liscia che compone le trabecole del tessuto cavernoso, facendo si che gli spazi vascolari da queste delimitati si allarghino e aumenti la quantità di sangue all’interno del pene. Questo stesso processo causa un incremento della pressione all’interno del pene che schiaccia, occludendole, le piccole vene che permettono il deflusso del sangue dai corpi cavernosi. Le venule vengono così compresse dal sangue contro una parete duro-elastica (tonaca albuginea) che avvolge tutta la struttura del pene ed ha spessore sufficiente per resistere alla dilatazione senza fuoriuscita di sangue venoso. La tonaca a sua volta comprime le vene bloccando il drenaggio di sangue venoso.

Quindi, le cellule rilassano i vasi arteriosi che si riempiono e comprimono il mantello penieno che chiude i vasi venosi e mantiene la rigidità del membro virile.

Il meccanismo opposto si verifica nel ritorno alla fase detta “flaccida” del pene. Questa è attivata dal sistema nervoso simpatico con contrazione della muscolatura liscia del pene, una riduzione del flusso di sangue arterioso, e la decompressione delle vene poste sotto l’albuginea, con il ritorno al libero deflusso del sangue venoso.